La ricognizione di alcune recenti sentenze del Consiglio di Stato, in materia di permessi di soggiorno, offre lo spunto per cogliere le ripercussioni applicative della sentenza n. 202/2013 della Corte costituzionale, che ha rimosso l'"automatismo espulsivo" del cittadino extracomunitario condannato per determinati reati. L'analisi di tali pronunce consente, in particolare, di trarre alcune conclusioni sull'intensità del sindacato svolto in subiecta materia dal giudice amministrativo sull'attività discrezionale della P.A. in un terreno in cui il diritto fondamentale dell'individuo alla vita familiare e l'interesse generale dello Stato al mantenimento dell'ordine pubblico e della sicurezza entrano in inevitabile tensione.