Fin dove può spingersi il bilanciamento tra le esigenze di contenimento della spesa sanitaria nazionale e l’iniziativa economica dei soggetti privati accreditati? E quali sono i criteri che giustificano la compressione della libertà d’iniziativa imprenditoriale, rispetto alle urgenze sempre più pressanti di risanamento del bilancio pubblico?
Sono questi gli interrogativi ai quali prova a offrire risposta il Consiglio di Stato, che ha affrontato le conseguenze delle politiche restrittive di bilancio da un angolo insolito: stavolta in gioco non c’è il diritto alla salute o un altro diritto sociale, ma l’iniziativa economica dei laboratori clinici convenzionati, le cui remunerazioni sono state drasticamente ridimensionate da un decreto ministeriale oggetto di impugnazione dinanzi al Giudice amministrativo.
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