L’intervento analizza il d.d.l. governativo di revisione che sta iniziando il suo cammino in seno al Senato; cammino che si preannuncia affatto semplice (anche se soprattutto per aspetti diversi da quelli inerenti al riparto competenziale tra Stato e Regioni).
In questa sede si cercherà di evidenziare gli aspetti realmente chiarificatori (pochi), le incongruenze (abbastanza numerose) ed i margini di indeterminatezza (rilevanti) del disegno riformatore per ciò che attiene alla riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione.
Inevitabile appare l’artificialità della “resezione” dei profili trattati rispetto ad altri argomenti trattati in questo Seminario (in particolare le funzioni della 2a Camera, con riferimento al procedimento legislativo, ma non solo). Alcuni rinvii a tali aspetti saranno evidenziati al momento opportuno.
L’autore ritiene necessario “confessare” preliminarmente quello che, secondo alcune letture oggi diffuse, può apparire un vizio metodologico nell’analisi condotta ed al quale non si intende comunque rinunciare: l’utilizzazione a termine di confronto, per le soluzioni del disegno di riforma, delle esperienze di policentrismo legislativo su base territoriale che la storia ed il diritto comparato mostrano come esperienze di successo: i federalismi storici.