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La legge italiana di adeguamento allo Statuto della Corte penale internazionale

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SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. Obbligo generale di cooperazione e sue eccezioni. – 3. Gli attori della cooperazione. – 4. Cooperazione nello svolgimento di attività istruttorie. – 5. Cooperazione in materia di consegna. – 6. Esecuzione dei provvedimenti della Corte penale internazionale. – 7. Delitti contro la Corte penale internazionale. – 8. Conclusioni.

1. Introduzione

A tredici anni dalla ratifica dello Statuto di Roma (l. n. 232/1999), lo scorso 20 dicembre 2012 il Parlamento italiano ha finalmente approvato la legge n. 237 recante norme di adeguamento dell’ordinamento italiano allo Statuto di Roma, trattato istitutivo la Corte penale internazionale (di seguito CPI) .
Il testo di legge, tralasciando la parte relativa al diritto penale sostanziale, si limita a considerare gli aspetti procedurali relativi al rapporto tra la giurisdizione italiana e quella della Corte. Esso si occupa infatti di disciplinare solamente la cooperazione giudiziaria e l’esecuzione interna dei provvedimenti del tribunale internazionale, nonché di introdurre nel codice penale italiano i reati contro l’amministrazione della CPI così come previsto dall’art. 70 dello Statuto di Roma.
Si tratta di un testo relativamente semplice che, in ragione della dimensione “verticale” che caratterizza il rapporto di cooperazione con la CPI, elide o ridimensiona alcuni degli elementi classicamente presenti nel contesto di forme di cooperazione “orizzontali”, tipiche dei rapporti tra Stati. Per tutto ciò che da esso non è espressamente previsto, il provvedimento rinvia invece alle disposizioni codicistiche in materia di estradizione, rogatorie internazionali ed effetti delle sentenze penali straniere .

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