Sintesi
Il nostro dibattito costituzionale, che ormai va avanti da più di 20 anni, è caratterizzato da un’estrema volubilità.
Basti ricordare che siamo passati da una fase in cui si aspirava al federalismo più spinto, coltivando addirittura l’idea che lo Stato centrale dovesse essere competente soltanto in quattro materie (la giustizia, la politica estera, la difesa e la moneta), alla fase attuale, in cui da più parti si segnala l’esigenza di ridimensionare drasticamente l’autonomia regionale (se non addirittura di liquidarla).
Quello che serve è uscire dalle semplificazioni e dagli slogan, per affrontare, con spirito pragmatico, il tema delle riforme, spostando attenzione dai modelli generali, alle cose, dagli slogan alle esigenze da soddisfare ed agli strumenti tecnici utilizzabili a tale scopo: non coltivando la prospettiva della grande riforma palingenetica, ma la prospettiva più costruttiva della manutenzione della Costituzione.