1. Premessa Con la decisione che pubblichiamo, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della Sez. 3 del Defense of Marriage Act 1996 (d’ora in poi, DOMA) che, limitando la definizione di matrimonio rilevante per il diritto federale alle sole unioni contratte tra persone di sesso diverso, impediva di estendere alle coppie omosessuali – regolarmente sposate in uno dei 13 Stati dell’Unione che riconoscono il matrimonio same sex – diritti, obblighi e responsabilità previsti dalla legislazione federale per le coppie eterosessuali unite in matrimonio.
La vicenda da cui trae origine la sentenza è nota: Edith Windsor, una volta rimasta vedova (e divenuta erede) di sua moglie Thea Spyer, aveva richiesto alla Federazione di poter accedere al beneficio dell’esenzione fiscale per i coniugi superstiti, previsto dalla legislazione federale per i coniugi eterosessuali. Tale beneficio le veniva negato, in quanto il matrimonio, regolarmente contratto in Canada e riconosciuto dallo Stato di New York, non rientrava nella definizione di cui alla sez. 3 del DOMA. In conseguenza la Windsor ricorreva in giudizio avverso la decisione dell’autorità federale, risultando vincitrice tanto dinanzi alla Corte distrettuale di New York quanto dinanzi alla Corte d’Appello per il secondo circuito; entrambe le Corti, peraltro, disapplicavano la sez. 3 del DOMA, ritenendola costituzionalmente illegittima. All’esito del giudizio di secondo grado il Solicitor General presentava un writ of certiorari alla Corte Suprema che, ritenuta la propria giurisdizione, adottava la decisione in commento; l’opinione di maggioranza è redatta dal giudice Kennedy, ed è accompagnata dalle tre opinioni dissenzienti del Chief Justice Roberts, del giudice Scalia e del giudice Alito.
La decisione appare particolarmente rilevante, oltre che – come si vedrà – nel merito, anche sul piano strettamente processuale, specie per ciò che riguarda la definizione, da parte della Corte Suprema, dei limiti della propria giurisdizione alla luce dell’art. III della Costituzione degli Stati Uniti.
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