SOMMARIO: 1. Per un mese con il fiato sospeso 2. Il primo imperativo: dare il premio solo a chi lo merita 3. “Vota Antonio! Vota Antonio!” (Ovvero il ritorno delle preferenze). 4. E ora che succede?
1. Per un mese con il fiato sospeso
Era il 4 dicembre 2013 quando la Corte costituzionale comunicò all’opinione pubblica, tramite un ormai storico comunicato stampa, che la legge elettorale n. 270/2005, volgarmente detta porcellum, non esisteva più. O meglio, esisteva ancora, ma sarebbe stata diversa.
Il testo del comunicato, per quanto ovviamente scarno, forniva indicazioni molto precise: l’oggetto della futura sentenza di accoglimento sarebbero stati i premi di maggioranza – sia quello previsto per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica - e le liste elettorali c.d. “bloccate”.
Evidentemente, però, i giudici della Consulta si resero conto di dover anticipare alcune possibili critiche delle forze politiche; a questo proposito fecero capolino, nello stesso comunicato, due capoversi di non poco momento: “Le motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici. Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali”.