Sommario: 1. L’illegittimità (se non addirittura l’illiceità) del percorso riformatore dei titoli I, II, III e V della Parte II e delle disposizioni connesse dei titoli IV e VI. -2. Sintesi della disciplina procedimentale prevista dal d.d.l. n. 813. - 3. Tesi del “procedimento speciale derogatorio”. - 4. Tesi del fondamento consuetudinario del d.d.l. n. 813. - 5. Tesi del procedimento straordinario. - 6. Tesi della “rottura” della Costituzione. - 7. Tesi dei contenuti minimi di garanzia.
1. L’illegittimità (se non addirittura l’illiceità) del percorso riformatore dei titoli I, II, III e V della Parte II e delle disposizioni connesse dei titoli IV e VI. La tesi di questo breve saggio è che le giustificazioni finora addotte in favore della legittimità del d.d.l. cost. n. 813 AS (n. 1359 AC) - di seguito soltanto “d.d.l. n. 813” - sono talmente resistibili da essere controproducenti, finendo addirittura per risolversi in argomenti a favore dell’illegittimità costituzionale (se non addirittura: l’illiceità) del percorso “riformatore” da esso previsto. Tale percorso, al momento dell’originaria presentazione al Senato, nel richiamare i titoli I, II, III e V della Parte II, specificava che le possibili modifiche, nell’ambito di essi, avrebbero riguardato soltanto la forma di governo, il bicameralismo e la forma di Stato (rectius, il rapporto Stato-Regioni). Per contro, nel testo definitivo approvato in prima deliberazione, il d.d.l. n. 813 concerne esplicitamente gli interi titoli I, II, III e V nonché le «disposizioni della Costituzione o di leggi costituzionali strettamente connesse» a tali titoli, con conseguente notevolissimo ampliamento delle ipotesi di revisione