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Il progetto di riforma costituzionale del Governo Renzi: una sorpresa positiva

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SOMMARIO: Premessa. –1. Il Governo e la funzione legislativa .- 2.Il bicameralismo differenziato: la composizione e i poteri del Senato delle Autonomie.-3. Critica all’idea del Senato come  camera di garanzia e/o di controllo.-4. La partecipazione del Senato alla funzione legislativa.-5. La riforma del Titolo V. Considerazioni generali. -6. Le nuove modalità di distribuzione delle competenze legislative. -7. La flessibilità dei confini delle competenze : la c.d. clausola di “supremazia” e la delega di funzioni legislative statali alle Regioni- 8. Cenni sulla  distribuzione delle competenze regolamentari e  amministrative.- 9. L’ineludibile soppressione del CNEL.


Premessa. Confesso che ero piuttosto scettica sulla qualità della proposta di riforma annunziata con enfasi dall’attuale Presidente del Consiglio: troppa precipitazione, troppo semplicismo, troppa insistenza sugli effetti di riduzione delle spese per “la politica”. Devo ammettere invece che il testo presentato il 12 marzo e forse ancor più quello definitivo presentato in Parlamento il successivo 30 marzo  ed attualmente all’esame del Senato mi sono apparsi  ben più equilibrati e meditati di quanto mi aspettavo. Lucida ed accurata è anche la Relazione di accompagnamento. Insomma, una sorpresa nel complesso positiva, anche se  certo non priva di aspetti criticabili.
1.Il Governo e la funzione legislativa . Pur volendo soffermarmi principalmente sugli altri  temi del progetto,  non voglio però esimermi dall’esprimere la mia opinione sulle disposizioni del disegno di legge governativo a proposito della partecipazione del Governo all’iter legis e al suo potere di decretazione d’urgenza, anche perché sono oggetto di forti polemiche che finiscono per inficiare anche altri aspetti della riforma. Dico subito che la facoltà attribuita al Governo di  chiedere alla Camera il trattamento prioritario di un proprio disegno di legge nonché la sua approvazione  a data certa non mi paiono un grave attentato alla democrazia né un’espressione di strapotere governativo (è forse  democratica la prassi attuale del ricorso ai maxi emendamenti e alla posizione della questione di fiducia?). Il potere di approvazione dei provvedimenti  dell’Esecutivo resta pur sempre affidato in via definitiva alla Camera dei Deputati  rappresentativa del popolo e il Governo stesso rimane  subordinato alla  fiducia della medesima.  
 

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